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07 04 3014 | Rimini | Lavoro nero, evasione e infiltrazioni mafiose, i sindacati chiedono legalità

Lunedì, 07 Aprile 2014

rossoRimini | Lavoro nero, evasione e infiltrazioni mafiose, i sindacati chiedono legalità

 

Per combattere lavoro nero, evasione fiscale e infiltrazioni mafiose, i sindacati chiedono legalità e guardano con fiducia all'avvicendamento che a partire dalla seconda metà di questo mese avrà luogo in Camera di commercio, dove chiusa l'era Maggioli, presidente sarà Salvatore Bugli. "Occorre - spiegano Graziano Urbinati, Massimo Fossati e Giuseppina Morolli - un vero rinnovamento auspicando che si possa vedere a partire dal rinnovo delle cariche in Camera di Commercio, per richiamare alle proprie responsabilità coloro che, a vario titolo, hanno governato in questi anni, nelle istituzioni, nelle associazioni, negli enti e che non sono stati in grado di promuovere il cambiamento".

 
I sindacati citano lo studio dell’Agenzia delle Entrate sull’evasione fiscale in rapporto al tenore di vita dei cittadini e alla pericolosità sociale in cui "Rimini, su una scala da 1 a 5, risulta avere pericolosità fiscale 3, pericolosità sociale 4, tenore di vita 3". Citano anche il fascicolo aperto dalla Procura sullo sfruttamento ai limiti della riduzione in schiavitù dei lavoratori stagionali negli alberghi, gli avvicendamenti alla guida di alberghi in odore di criminalità (di cui il prefetto di Rimini Claudio Palomba ha parlato in consiglio comunale a fine marzo) e l'analisi dei redditi dichiarati da cui emerge che "la provincia di Rimini è quella con i redditi più bassi dell’Emilia Romagna. Un dato poco credibile che rimanda all’evasione e al lavoro sommerso".


Un quadro tutt'altro che roseo, quello ricordato dai sindacati che quindi chiedono "legalità, nuova e buona occupazione, rispetto dei diritti. Serve una classe imprenditoriale che abbandoni il vecchio schema che punta a ricavare i propri guadagni sullo sfruttamento dei lavoratori, che non investe sull’azienda e che disconosce la responsabilità sociale dell’impresa; serve una classe politica che sia in grado di cambiare radicalmente il proprio modo di operare, che abbandoni i vecchi privilegi e che si ponga al servizio della collettività".


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